La norma quadro in materia di controllo dell’inquinamento atmosferico è il Decreto Legislativo n. 155/2010, il quale contiene le definizioni di valore limite, valore obiettivo, soglia di informazione e di allarme, livelli critici di diversi inquinanati, rispetto ai quali effettuare la valutazione dello stato della qualità dell'aria.
http://www.arpaweb.fvg.it/qagis/gmapsqa.asp
➔ biodiversità:
La rete natura: Natura 2000 è il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Unione, istituita ai sensi della " direttiva92/43/CEE Habitat" (https://www.minambiente.it/pagina/direttiva-habitat) per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.
La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE "Uccelli " concernente la conservazione degli uccelli selvatici.
La Rete Natura 2000, a regime, è composta da siti, definiti da un codice
alfanumerico e denominati:
ZPS- Zone di Protezione Speciale, rivolte alla tutela degli uccelli e dei loro habitat.
ZSC- Zone Speciali di Conservazione, rivolte alla protezione di habitat e specie animali e
vegetali.
I pSIC - Siti di Importanza Comunitaria proposti, con Decisione della Commissione Europea,
assumono la denominazione diSIC- Siti di Importanza Comunitaria. I SIC sono designati ZSC in
presenza delle necessarie misure di gestione.
In regione sono presenti molti siti SIC/ZSC e ZPS (https://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/ambiente-territorio/tutela-ambiente-gestione-risorse-naturali/FOGLIA203/FOGLIA1/allegati/13122016_CARTA_ZSC_pSIC_ZPS_pdf.pdf)
la riserva naturale dei Laghi di Doberdò e Pietrarossa:
https://www.turismofvg.it/Parchi-e-riserve-naturali/Riserva-Naturale-Laghi-di-Doberdo-e-Pietrarossa
REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI (PDF)
CHE COS'E' IL RADON?
Il radon è un gas radioattivo naturale, inodore, insapore e incolore, estremamente volatile e solubile nell'acqua. E' un prodotto del decadimento radioattivo del radio, il quale, a sua volta, deriva dall'uranio. L'unità di misura della concentrazione del radon è il Becquerel per metro cubo (Bq/m3). Il radon decade originando altri prodotti di decadimento: sono proprio questi isotopi radioattivi solidi, i cosiddetti "figli del radon", a costituire il pericolo maggiore per la nostra salute poiché vengono inalati con la respirazione e si depositano nei polmoni dove, decadendo a loro volta, emettono radiazioni che danneggiano il tessuto polmonare.
Il radon deriva dal decadimento radioattivo dell'uranio. L'uranio è uno dei più antichi elementi radioattivi naturali (primordiali) presenti sulla terra. E' ubiquitario, ovvero ovunque presente sulla crosta terrestre; e pertanto esso rappresenta una sorgente permanente di gas radon. Il radon proviene principalmente dal terreno dove, mescolato all'aria, si propaga fino a risalire in superficie. Nell'atmosfera si diluisce rapidamente e la sua concentrazione in aria è pertanto molto bassa. Ma quando penetra negli spazi chiusi tende ad accumularsi, raggiungendo concentrazioni dannose per la salute.
Il principale sorgente di radon è il suolo; altra importante sorgente è costituita dai materiali da costruzione: essi rivestono solitamente un ruolo di secondaria importanza rispetto al suolo, tuttavia, in alcuni casi, possono esserne la causa principale di elevate concentrazioni di radon. Una terza sorgente di radon è rappresentata dall'acqua, in quanto il gas radioattivo è moderatamente solubile in essa. Tuttavia il fenomeno riguarda essenzialmente le acque termali e quelle attinte direttamente da pozzi artesiani, poiché di norma l'acqua potabile, nei trattamenti e nel processo di trasporto, viene talmente rimescolata da favorire l'allontanamento del radon per scambio con l’aria.
Il radon anzitutto penetra all'interno egli edifici risalendo dal suolo, secondo un meccanismo determinato dalla differenza di pressione tra l'edificio e l'ambiente circostante (il cosiddetto"effetto camino"). La pressione all'interno della casa, infatti, a causa della temperatura più elevata, è spesso leggermente inferiore rispetto a quella esterna e così "richiama" aria - e, con essa, radon - dal sottosuolo, attraverso tutte le aperture (giunture, cavità ed anche piccole crepe o fessure difficili da individuare). La concentrazione di radon subisce considerevoli variazioni sia nell'arco della giornata che in funzione dell'avvicendarsi delle stagioni. Essa tende inoltre a diminuire rapidamente con l'aumentare della distanza dell'appartamento dal suolo. Il problema investe dunque in modo particolare cantine e locali sotterranei o seminterrati.
La ricerca ha elaborato diversi metodi validi per la misura del radon. Il più idoneo a misurare la concentrazione di radon in una abitazione è rappresentato dal posizionamento di dosimetri passivi. Esposti nei locali dell'abitazione, essi saranno poi analizzati in laboratori specializzati e, recando le tracce dell'esposizione al radon, permetteranno di determinare i livelli di concentrazione. Questi dosimetri consistono in semplici contenitori in materiale plastico dotati di film o polimeri sensibili alle radiazioni e non necessitano di alimentazione né emettono alcuna sostanza o radiazione. In una abitazione di medie dimensioni ne andrebbero posizionati all'incirca quattro.
Dal radon è possibile difendersi in molti modi. Come sempre, il sistema migliore è la prevenzione, attuata mediante una progettazione edilizia antiradon nelle zone a rischio e mediante la scelta di materiali da costruzione a basso contenuto di radioattività. Negli edifici già esistenti è importante realizzare un'azione di monitoraggio degli ambienti e, laddove vengano riscontrate concentrazioni elevate di radon, rivolgersi a centri specializzati al fine di adottare opportune misure di mitigazione.
Ogni anno l’ ARPA – Agenzia Regionale per la protezione dell’Ambiente effettua misurazioni presso il complesso scolastico comunale
Gli Acquisti Verdi e il GPP (Green Public Procurement) sono definiti dalla Commissione europea come “[...] l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita”.
Il GPP è diventato obbligatorio con l'entrata in vigore del nuovo Codice appalti (D.lgs 50/2016), che conferma quanto previsto dalla L.221/2015 (denominato "Collegato ambientale").
Obiettivi del GPP
I Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono i requisiti ambientali utili per individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale, tenuto conto della disponibilità di mercato.
I CAM sono definiti nell’ambito di quanto stabilito dal Piano per la sostenibilità ambientale dei consumi del settore della pubblica amministrazione e sono adottati con Decreto del Ministro dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del mare
Ai fini della difesa e della conservazione del patrimonio forestale, la regione Friuli Venezia Giulia ha predisposto il “Piano regionale di difesa del patrimonio forestale dagli incendi”.
Rischio idrogeologico:
ll rischio idrogeologico determina il rischio connesso all'instabilità dei versanti, dovuta a particolari aspetti geologici e geomorfologici di questi ultimi, o di corsi fluviali in conseguenza di particolari condizioni ambientali, condizioni atmosferiche meteorologiche e climatiche che interessano le acque piovane e il loro ciclo idrologico una volta cadute al suolo. Il vincolo idrogeologico è stato introdotto per preservare i terreni da forme d’u so che possono portare a perdite di stabilità o turbative al regime delle acque.
In data 29 gennaio 2017, la Giunta regionale con deliberazione n. 129 ha adottato, ai sensi dell’articolo 14 della L.R. 16/2002, il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAIR) (https://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/ambiente-territorio/pianificazione-gestione-territorio/FOGLIA209/) .
Come previsto dalla LR 9/2007, il vincolo idrogeologico ha per finalità la tutela dell'ambiente fisico; nei terreni soggetti al vincolo idrogeologico di cui al regio decreto 3267/1923, ogni attività comportante trasformazione dei terreni in altra destinazione d'uso è autorizzata dalla Regione.