Una delle tradizioni più sentite e amate da queste parti sono le “
osmice” (pron. osmizze) . Oggi sono locali o cantine di produzione dove si vende e si consuma il
vino. La parola deriva dallo sloveno osmica che significa ottavina e indicava il periodo di
apertura di otto giorni consentiti dalle autorità. Tutto iniziò forse alla fine del Settecento ma
prese piede certamente con l'epoca asburgica, quando un decreto imperiale consentì formalmente a
tutta la popolazione di vendere generi alimentari e vino prodotti in casa, purchè l'osmica stessa
fosse indicata da una frasca esposta sull'uscio di casa e lungo la strada.
Nelle "osmice" cinquanta e più anni fa si usava incontrarsi, chiacchierare, giocare a carte e
degustare: il quarto di vino con uova sode e pane casereccio, prosciutto, pancetta e salame di
casa, d'inverno salsicce cotte con crauti, iota e struccoli.
La prima "osmica" si inaugurava in paese sempre il giorno di S. Martino, perchè allora il
mosto si poteva vendere. Ora invece le "osmice"- agriturismi hanno il vino nuovo soltanto in
dicembre. I paesani si mettono d’ accordo chi e quando aprirà la propria vendita.
Ufficialmente non sono più osmice ma la gente li chiama ancora così. Oggi questi locali
prestano molta attenzione non solo alla gastronomia ma anche alla cura dei locali rendendoli più
tipici e accoglienti.