La morfologia
L'Altipiano di Doberdò è costituito da un terreno calcareo che si estende da est verso ovest.
La prima fascia è formata da strati di calcari chiari. Nel mezzo s'innalza la cima del Monte S.
Michele (274 m) che però non fa parte del territorio comunale. La seconda fascia è formata da
calcari chiari e grigi e si estende da nord a sud, fra Sagrado e Fogliano. La fascia successiva
comprende le zone del territorio orientale, compreso tra Visintini e il Lago di Doberdò, ed è
costituita da calcari grigi, compatti e scistosi, in parte bituminosi. L'ultima fascia, quella
inferiore, è formata di calcari grigi e scuri e da dolomie grigie.
Sull'Altipiano le doline sono distribuite in modo abbastanza uniforme (in media occupano il
5% della superficie, al massimo il 12%), soprattutto nella fascia pianeggiante centrale. Anche le
cavità sotterranee sono abbastanza fitte, uniformemente distribuite e da queste parti non molto
grandi. I dati del Catasto delle grotte, con la sede a Trieste, indicano che sul territorio del
Comune di Doberdò ci sono più di 40 grotte ed abissi. Le cavità si aprono nella roccia calcarea ed
hanno delle forme molto variegate: troviamo in numero praticamente uguale tanto quelle con uno
sviluppo verticale quanto le altre con percorsi orizzontali.
Le pareti presentano una quantità relativamente limitata di stalattiti. Molte
grotte sono state pesantemente modificate dall'uomo soprattutto durante la prima guerra mondiale,
quando furono trasformate in rifugi per i soldati dove riparavano tra un combattimento e l'altro o
durante i bombardamenti. Inoltre, nel passato, per salvaguardare il bestiame al pascolo i pastori e
gli agricoltori hanno progressivamente riempito gli abissi con del pietrame.
Nel complesso sull'Altipiano di Doberdò possiamo distinguere tre fondamentali compartimenti
orografici: una fascia leggermente rilevata a nord, un territorio pianeggiante nella parte centrale
e un territorio variamente articolato nella parte meridionale dell'Altipiano. La composizione dei
sedimenti fa intuire che in un passato molto remoto la regione fosse attraversata da un affluente
dell'Isonzo.
Il clima
L'Altipiano di Doberdò è piuttosto aperto verso il mare e quindi ha un clima mite. L'isoterma
annuale registra 13° - 14°C, la massima in luglio è di 23°C, la minima in gennaio di 4°C. Le
precipitazioni atmosferiche annuali vanno dai 1.100 ai 1.400 mm. Il 50% di esse cadono in
primavera/inizio estate, il resto è ben distribuito lungo tutto l'arco dell'anno. Per l'ambiente
carsico ha una particolare importanza il microclima delle doline più profonde che presentano
caratteristiche continentali. Non sono rari i fenomeni di brina, ma la vicinanza del mare ostacola
l'apparire della neve se non molto raramente.
La vegetazione e la fauna
La posizione geografica del Carso intorno a Doberdò e la presenza di un ambiente
umido nel prevalentemente arido mondo carsico conferiscono al territorio un valore eccezionale e
favoriscono un intreccio di piante eccezionalmente variegato che dovremmo altrimenti classificarlo
tra le zone dei querceti. Nel passaggio verso la pianura l'altipiano scende ripido e quella fascia
è sottoposta all'influenza più calda del mare.
Grazie ad essa si sono conservate sui pendii asciutti e volti a meridione anche alcune specie
vegetali mediterranee come per esempio i cespugli di Pistacia terebinthus, di Paliurus
spina-christi del Carpinus orientalis, dell'Osiris alba e del Smilax aspera. Condizioni climatiche
di tutt'altra specie si sono create sui pendii settentrionali, esposti ai venti freddi, nelle
doline più profonde e in prossimità di superfici umide, dove hanno trovato rifugio anche alcune
specie centroeuropee come per esempio la Hacquetia epipactis, la Hottonia palustris e la Gentiana
cruciata.
Allo stesso tempo l'intera area si trova esposta alle influenze balcanico illiriche. Lo
dimostra la frequente presenza dell'Ostrya carpinifolia e di altre specie di cespugli ed erbe. Un
apporto notevole alla varietà vegetale è dato dalla vegetazione che sul territorio carsico
rappresenta una vera rarità: tra le piante acquatiche vanno elencate la Phragmites australis, la
Lemna trisulcata, la Utricularia australis e lo Sparganium erectum.
Il clima variegato e la diversificazione vegetale crea le condizioni per una vivace presenza
di animali. Oltre alle specie animali caratteristiche dell'ambiente carsico come per esempio i
caprioli, i cinghiali, le donnole, le faine, i tassi ed i fagiani si possono incontrare anche
alcune specie rare che vivono nelle grotte (Proteus vicino Jamiano) e nei laghi varie specie di
pesci; saltuariamente si presentano anche le anguille. Si possono incontrare numerosi anfibi, varie
specie di lumache e di insetti e le anatre selvatiche. Alcuni rari volatili si aggiungono a quelli
endemici quando durante le trasmigrazioni scelgono la superficie del lago per riposare. Elenchiamo
soltanto l'Alcedo attis, lo Ixobrychus minutus e la Egretta garzetta. Una grande ricchezza naturale
è rappresentata anche da numerose specie di rettili: da ricordare le vipere che hanno trovato nelle
condizioni microclimatiche dell'Altipiano di Doberdò un'ideale nicchia naturale.
L'aspetto del paesaggio carsico è stato totalmente modificato da una rigogliosa
vegetazione dopo la scomparsa delle attività agricole. Queste si sono conservate unicamentenei
punti più accessibili e dove lo spessore della terra è più consistente, particolarmente a nordovest
dal capoluogo. La maggior parte della superficie era coperta nel passato dalla landa carsica in
conseguenza del pascolo molto intensivo.
Con l'abbandono dell'allevamento la landa è stata sostituita da una fitta boscaglia
improduttiva che sul Carso è un chiaro indice della trasformazione del paesaggio, anche se questo
nuovo è piacevole da guardare. Le ampie superfici, in passato curate dagli abitanti dalle quali con
pazienza toglievano le pietre ed anno dopo anno cospargevano con il letame per trasformarle
progressivamente in pascoli e campi coltivati, sono state ricoperte dalla vegetazione. Con le
pietre più grandi costruivano progressivamente i muri a secco che limitano i grandi o piccoli
appezzamenti e conferiscono all'intero paesaggio una particolare fisionomia.
Il perdurante enigma della rete idrica sotterranea
L'Altipiano di Doberdò, ancor più che le rimanenti regioni carsiche, è caratterizzato da una
rete idrica sotterranea molto complicata, poichi vi confluiscono le acque provenienti dalla pianura
isontina, dalla valle del Vipacco e dalla zona di Postumia oltre che quelle atmosferiche che
penetrano nella profondità del terreno in un tempo relativamente breve.
L'apporto dell'Isonzo al Lisert attraverso il sottosuolo carsico assommerebbe ad alcuni m3 al
secondo, mentre quello del fiume Vipacco all'area di Doberdò sarebbe di circa 1 m3 al secondo. Dal
Lago di Doberdò l'acqua filtra attraverso gli inghiottitoi situati nella sua parte meridionale ed
esce di nuovo allo scoperto nei pressi del lago carsico di Pietrarossa, da dove passa poi nella
palude di Sablici e infine nel bacino del Lisert.
Il fenomeno idrico più importante e interessante dell'altipiano è indubbiamente il
Lago. Esso si trova sul fondo di un'estesa depressione carsica (uvala) che si è formata nel punto
di contatto tra la vallata di Brestovica ed il Vallone. Questo lago carsico dalla forma allungata,
alimentato dalle sorgenti situate sulla riva nord-occidentale e sgorganti dal suo stesso fondo,
rivela con grande evidenza il flusso delle acque sotterranee, come del resto anche gli altri laghi
carsici. Il livello delle acque oscilla tra i 5 e i 10 m sopra il livello del mare. Il livello
medio si aggira intorno ai 6 m, quando la superficie del lago è di 36 ha, la lunghezza di circa
1200 m, la larghezza di 400 m e la profondità di 2 m.
Il variare del livello delle acque viene attribuito al variare della portata degli affluenti
principali, specialmente dell'Isonzo. Per questo motivo possiamo annoverare il Lago di Doberdò fra
quei laghi freatici che si comportano da indicatori del livello delle acque sotterranee, in questo
caso della regione carsica. Sui cambiamenti dei fenomeni idrici, della vegetazione palustre e
quella delle rive hanno influito in maniera determinante i brutali interventi dell'uomo che hanno
chiuso alcuni affluenti.
Elenco del patrimonio naturale registrato nel Comune di Doberdò:
1. Bonetti - Abisso Bonetti, grotta, località zoologica e botanica;
2. Bonetti - grotta Artiglieria - località zoologica;
3. Jamiano, Comarie - V jami - abisso;
4. Jamiano - B'rjet - abisso, sorgente;
5. Bonetti - grotta con corso d'acqua;
6. Črni vrh - Abbeveratoio militare
7. Črni vrh - Abbeveratoio per il bestiame;
8. Črni vrh - fenomeni carsici di superficie;
9. Črni vrh- Na kalu - fenomeni carsici di superficie;
10. Marcottini - Debela stena - roccia solitarie con incanalature prodotte dall'acqua meteorica;
11. ago di Doberdò - lago carsico freatico con permanente corso d'acqua;
12. Lago di Doberdò - Mocilnica Roje - sorgente carsica;
13. Lago di Doberdò - Grulja - sorgente carsica;
14. Lago di Doberdò - I. e II. Bacino - avallamento sul fondo del lago, da dove scorre l'acqua;
15. Lago di Doberdò - I. inghiottitoio;
16. Lago di Doberdò - II. Inghiottitoio;
17. Lago di Doberdò - III. Inghiottitoio;
18. Lago di Doberdò - Luknja, IV. inghiottitoio;
19. Lago di Doberdò - Plutnik, il Grande inghiottitoio;
20. Lago di Doberdò - VI. Inghiottitoio;
21. Mucile - I. sorgente;
22. Mucile - II. sorgente;
23. Mucile - III. sorgente;
24. Lago di Pietrarossa;
25. Lago di Doberdò - Salix alba, alberi di eccezionali dimensioni e forme;
26. Doberdò del Lago - Quercus pubescens, albero di eccezionali dimensioni;
27. Doberdò del Lago - Quercus pubescens, albero di eccezionali dimensioni;
28. Doberdò del Lago - Quercus pubescens, albero di eccezionali dimensioni;
29. Incrocio per Devetachi sulla strada Gorizia Trieste - Chamaecyparis lawsoniana, albero di eccezionale dimensione;
30. Strada statale n. 55 - Viale con cipressi;
31. Gradina - Casa Cadorna, osservatorio panoramico.