Riserva

  Comuni interessati : Doberdo' del Lago;Monfalcone;Ronchi dei Legionari;
Superficie totale : 726 ha
Istituzione : Legge Regionale del 30 settembre 1986, n. 42, art. 48
Ente Gestore :

Referente : Aziende dei parchi e delle foreste regionali - Servizio della conservazione della natura
E-mail referente : s.natura@regione.fvg.it;
Sito web : http://www.parks.it/riserva.laghi.doberdo/index.html

  

 

Ambiente fisico: L'area è caratterizzata da due grandi depressioni carsiche parzialmente riempite da due laghi e separate da una dorsale calcarea con numerosi fenomeni carsici epigei. Il lago di Doberdò, assieme al lago di Circonio (Slovenia), è uno dei pochi esempi in Europa di lago stagno carsico. Il livello delle sue acque è variabilissimo e in relazione con le portate dei fiumi Vipacco ed Isonzo, le cui acque lo alimentano attraverso il sistema ipogeo del carso goriziano.. L'alimentazione avviene tramite sorgenti carsiche di cui la principale è posta all'estremità occidentale del lago. All'estremità orientale, invece, vi sono numerosi inghiottitoi, tanto che in quella zona soprattutto in regime di piena si viene spesso a creare un sistema di correnti, anche di notevole velocità. Durante i periodi di magra del Vipacco e dell'Isonzo il livello cala moltissimo e la superficie lacustre libera (non occupata dal canneto) si limita a canali e a ''pozze'' circolari di pochi metri di diametro anche notevolmente profonde. In talune occasioni (estati con grande secco) si può assistere al totale o quasi totale prosciugamento dei canali e delle pozze tranne che nelle zone poste alle immediate vicinanze delle polle di risorgiva e degli inghottitoi in cui persitono condizioni normali.

Il lago di Pietrarossa è riferibile al tipo di lago-stagno. L'area occupata dalla zona paludosa è di ca. 0.22 km ed occupa una fascia di terreno alluvionale di forma irregolare, allungata, divisa poco nettamente in una parte sud-orientale (dove si estende il lago e da cui esce il ruscello emissario) e in una nord-occidentale (dove sono situate le sorgenti dalle quali nascono i ruscelli che alimentano tutta la zona). Per quanto riguarda la costituzione geologica il sottosuolo è costituito calcari a rudiste (serie sopracretacica del Secondario) ricoperto, nella depressione che si è trasformata in palude, da terreni alluvionali.

Vegetazione: Il paesaggio vegetale è caratterizzato da tipi pascolivi (landa carsica - Chrysopogono grylli-Centaureetum cristatae), diffusamente distribuiti su tutte le pendici rivolte a sud, e arbustivi termofili (fitocenon a Paliurus spina-christi e Ulmus minor) e da associazioni acquatiche e d'umidità. Superfici estese sono occupate dalla boscaglia carsica a carpino nero e roverella, ma sono presenti anche boschi a rovere e cerro. Alcune aree sono state oggetto di impianti artificiali a Pinus nigra prevalente, mentre un vecchio impianto di pioppo si sta convertendo in vegetazione arborea ripariale. Nella zona umida è possibile osservare ancora oggi idroserie di vegetazione quasi complete. Per quanto riguarda il lago di Doberdò e soprattutto il tratto sud-occidentale di spiaggia si rileva una sottile striscia di bosco ripario formato in prevalenza da Salix alba e Populus nigra (Salicetum albae), ove, in base all'umidità edafica decrescente, possiamo distinguere una fascia a Carex elata, una a Cornus sanguinea e una a Ulmus minor. Al lago di Pietrarossa risultano molto sviluppati i saliceti a Salix cinerea e Frangula alnus (Salicetum cinereae). Nel lago di Doberdò risultano essere molto sviluppati i magnocariceti con vistose fioriture di Leucojum aestivum (Caricetum elatae) e la vegetazione acquatica (Potamogetonetum lucentis, Hottonietum palustris, Myriophyllo-Nupharetum); sono presenti inoltre ampie distese di canneti d'acqua dolce (Phragmitetum australis).

Flora: Nel sito sono presenti stazioni di specie rare sia termofile sia igrofile. Per quanto concerne la flora igrofila sono da ricordare: Leersia oryzoides, Viola elatior, Ophioglossum vulgatum, Hottonia palustris, Teucrium scordium, Senecio paludosus, Thelypteris palustris, Alisma lanceolatum, A. plantago-aquatica, Ranunculus lingua, Veronica catenata, Nymphaea alba, Nuphar lutea, Myriophyllum spicatum, M. verticillatum, Plantago altissima, Gentiana pneumonanthe, Cirsium canum, Allium suaveolens, Euphrasia marchesettii, Hippuris vulgaris, Gratiola officinalis, Zannichellia palustris e Utricularia australis. Nelle acque dei laghi sono concentrate ben cinque specie di Potamogeton (P. crispus, P. lucens, P. nodosus, P. pectinatus e P. pusillus), ben rappresentato particolarmente al lago di Doberdò. Di grande bellezza sono le estese fioriture di Leucojum aestivum, assieme al più raro Allium angulosum, e di Linum strictum ssp. corymbulosum.
I dintorni del lago rappresentano le estreme località settentrionali per le specie stenomediterranee quali Ranunculus velutinus - il cui primo ritrovamento regionale viene fatto proprio a Doberdò -, Ornithogalum sphaerocarpum, Bellevalia romana, Rhagadiolus edulis e Scilla autumnalis. Da segnalare inoltre Ranunculus illyricus - rara specie sudesteuropea raccolta dal botanico goriziano Zirnich nel 1936 e recentemente confermata e la nordillirica Anemone trifolia, che ha ai laghi di Doberdò e Pietrarossa le uniche località carsiche.

Fauna: Il particolare tipo di idrologia consente la vita a comunità ittiche in grado di sopportare variazioni termiche importanti e diminuzioni dell'ossigeno disciolto. Pertanto nel lago esiste una comunità ittica quasi esclusivamente a Ciprinidi tipici di acque a corso lento o lacustri. Nelle zone prossime alle sorgenti e agli inghiottitoi si possono rinvenire specie (Phoxinus phoxinus) che pur essendo largamente euriterme e tollerando bassi tassi di ossigeno disciolto esigono una certa abbondanza di acqua e una leggera corrente.
E' inoltre presente il triotto (Rutilus erythrophthalmus), la tinca (Tinca tinca), la scardola (Scardinius erythrophthalmus), il cobite comune (Cobitis taenia) ed il ghiozzo padano (Padogobius martensii).
Nella fauna erpetologica, spicca tra l'altro la discreta abbondanza di Vipera a. ammodytes e Algyroides nigropunctatus, mentre Podarcis melisellensis fiumana sembra localmente essere molto rarefatta. Piuttosto rara risulta essere pure Mustela putorius, mentre vanno rilevate le cospicue popolazioni di Felis s. silvestris che appare decisamente frequente. La zona è tra l'altro frequentata da Canis aureus, che vi compie frequenti sortite, mentre i dintorni del Lago di Doberdò sono abitati da discrete popolazioni di Erinaceus concolor roumanicus, che qui risulta essere al limite d'areale. Proteus a. anguinus vi si osserva con frequenza, giungendo sovente in superficie. Nella zona del Lago di Doberdò il fatto è particolarmente frequente, ed è stato più volte verificato in occasione dell'emergenza di acque di base dalle olle carsiche presenti nei dintorni.

Nell'ambito della vegetazione igrofila sono da ricordare inoltre il Cladietum marisci, tipica cenosi d'interramento di acque ricche in basi ma povere in nutrienti e che spesso predilige i punti di risorgenza delle acque (olle), ed il Serratulo-Plantaginetum, prateria igrofila che si sviluppa su suoli argilloso-sabbiosi sottoposti a periodiche esondazioni e a disseccamento estivo e di cui proprio al lago di Pietrarossa troviamo il limite più settentrionale dell'associazione.
Sulla landa è in atto un intenso processo di ricolonizzazione ad opera di Juniperus communis e Cotinus coggygria.

Tra le specie xerofitiche-steppiche molto importanti la presenza di Lens ervoides, di cui qui è localizzata l'unica stazione regionale, di Stipa bromoides e Crepis vesicaria, specie stenomediterranea che lungo le pendici meridionali del M. Castellazzo raggiunge il punto più settentrionale della sua distribuzione regionale. Tra le presenze mediterranee sono da segnalare Osyris alba, Smilax aspera, Phyllirea latifolia. Onosma javorkae, Argyrolobium zanonii, Carex halleri, Stipa eriocaulis ssp. austriaca, Astragalus vesicarius ssp. carniolicus e Clematis flammula.
Da ricordare inoltre per il lago di Doberdò la prima segnalazione di Hordeum bulbosum, specie paleotropicale nuova per la Regione.
La cenosi ad anfibi è tra l'altro costituita da discrete popolazioni di Triturus carnifex, Bufo bufo, Rana dalmatina, Bombina variegata, Rana klepton esculenta. Tra i rettili di queste zone occorre infine citare Podarcis muralis, Lacerta viridis, Coluber viridiflavus ed Elaphe l. longissima, mentre Emys orbicularis e Natrix t. tessellata sono piuttosto rare.
Dal punto di vista avifaunistico, rilevante la presenza di specie legate all'habitat della landa, quali ad esempio Anthus campestris, Calandrella brachydactyla, nonchè di specie legate ad ambienti boschivi, come Accipiter gentilis, Dryocopus martius e di numerose specie tipiche di zone umide, come Phalacrocorax pygmaeus, segnalato per la prima volta in Regione, Ixobrychus minutus, Aythya niroca, Phalacrocorax carbo sinensis, Botaurus stellaris, Porzana porzana, Porzana parva. Da ricordare inoltre Pernis apivorus, Circaetus gallicus, Bubo bubo, Caprimulgus europaeus.